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L'unità dei Cattolici

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CATTOLICI UNITI PER LE SFIDE DEL TERZO MILLENNIO

PERSONA E BUONA SOCIETA’

CENTRO CATTOLICO MERCURIO SCHIACCIATO DAL MAGGIORITARIO

Di Roberto POLITO

Ai prim'anni del terzo millennio, dopo tangentopoli e nell’era post-democristiana, uno stato di disorientamento e di disagio si respira nel mondo cattolico. L’iniziato e non compiuto sistema maggioritario schiaccia il centro cattolico che, come il mercurio , si è sbriciolato in tante palline impazzite che sprizzano a destra e a manca. Il più grosso numero di democristiani ha preso la via di Forza Italia, altri si sono ritrovati nel Partito Popolare, altri ancora in gruppuscoli. Se è vero che la preponderanza dei cattolici è in Forza Italia , è pur vero che accanto ad essi vi sono anche forze liberal-radicali e liberiste, con cui mal si conciliano; ed è pur vero, d'altronde, che spesso non è possibile perseguire gli obiettivi propri dei cattolici. Il Partito Popolare, fedele alleato di ex comunisti, dà l’impressione di essere costituito da fondamentalisti e pasionarie, privi di progettualità propria e di capacità operativa. Forse il sistema maggioritario, tanto agognato, non è il migliore; forse la Democrazia Cristiana, tanto vituperata durante la bufera, avrebbe fatto meglio ad essere più decisa e forte, rinnovandosi, ripulendosi e riprendendo gli ideali cristiani. Ma qualcosa sta per cambiare, la nebbia sta per diradarsi; s’incomincia a capire che i cattolici, nella crisi politico-giudiziaria-istituzionale di questi ultimi decenni, presi dal panico e inerti, si sono lasciati sconfiggere; che la politica, intesa come arte del governare, in sé non è una cosa vergognosa. Per Aristotele, l’uomo è un animale politico, nel senso che per crescere e maturare ha bisogno degli altri uomini e della società. Oggi torna d’attualità il famoso e coraggioso discorso di don Luigi Sturzo che così chiama a raccolta i cattolici, perché s’impegnino in politica: " A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono il dovere di cooperare ai fini della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme, propugnino, nella loro interezza gli ideali di giustizia e di libertà". Ciò avveniva nel Gennaio del 1919. Ma oggi sono ancora necessari gli "uomini liberi e forti" ? Con la caduta del muro di Berlino quale insidia ci minaccia? Ad un esame approssimativo e superficiale sembrerebbe che ormai in Occidente la libertà e la pratica della democrazia siano un concetto ovvio e incarnato nella nostra natura; anche se degli antichi fantasmi, forse sovrastimati e demonizzati, si aggirano in questi giorni nell’europeissima Austria (vd Haider). In ogni caso non bisogna mai credere d’avere raggiunto il culmine della libertà e di conseguenza abbassare la guardia e la lotta quotidiana per la sua incessante conquista. D’altra parte, se tra le tante definizioni di politica, ognuna delle quali ne evidenzia un aspetto, noi adottassimo quella che Aldo Moro ebbe a dare nel 1945 ( "la politica consiste nella nobile e suprema fatica di essere se stessi"), allora a maggior ragione sentiremmo la necessità di lottare per la nostra libertà, ma anche di essere forti nel testimoniarla e nel trasformarla in messaggio liberante per gli altri e quindi in proposta e atto politico. Fino ad essere (come spesso ama ripetere il Cardinale Martini, citando il Vangelo) "sale e lievito".

La definizione data da Moro alla politica, non è altro che quella stessa che anticamente Pindaro diede all’uomo; "uomo diventa te stesso". Essa è ormai un luogo comune, ma pur sempre profondo e se applicato alla politica la renderebbe molto più nobile.

La natura dell’uomo è , come ci insegna S. Tommaso, simile a quella di Dio. L’uomo è persona, ma lo è potenzialmente. Suo compito è quello di scavare in se stesso, per ricercare la propria natura divina e diventare sempre più persona. Il concetto di persona, molto sviluppato dai neotomisti come Maritain, può essere inteso solo analogicamente. Il sovranalogato dell’uomo è rappresentato dalla Trinità, essa rappresenta la società perfetta, costituita da tre persone divine consustanziali e sussistenti. Ognuna delle tre persone rappresenta un tutto; perché come dice S. Tommaso "Nelle cose create uno è parte di due, e due di tre. Ma non avviene così in Dio. Perché il Padre è altrettanto quanto la Trinità tutta : "quia tantus est Pater, quanta tota Trinitas". In ogni uomo c’è la parte materiale e la parte spirituale; l’individuo e la persona. Vale più una persona che l’intero universo, essendo la persona della stessa natura di Dio. Sottoanalogato della società umana è la società degli animali. Anche se è improprio parlare di "società degli animali". Essa non è formata da persone, ma da soli individui, che ha un suo valore, ma solo nel suo ambito: quello materiale. A proposito, un esempio classico è quello della società delle api. In essa ogni unità è un individuo e rappresenta una parte di un tutto, a cui esso è asservito e finalizzato. L’individuo può anche essere sacrificato per il bene del tutto. Nella società umana così non è, in quanto persona, ogni uomo è un tutto e ha un valore in sé, a prescindere dalla società. Cosa deve essere, per il cattolico, il bene comune ? I beni e i servizi utili(strade, aeroporti, ferrovie, scuole ecc.), la buona amministrazione, una moderna ed equa legislazione, una burocrazia efficiente e preparata, grandi ricordi storici, i musei, le opere d’arte, i santi, gli eroi, ecc. , sono delle cose che rientrano nel bene comune ma , per i cattolici non sono sufficienti. Se è vero come è vero che due +due non sempre fanno quattro, ma spesso rappresentano delle unità sovrapposte, perché la buona società si compia è necessario che tutto quanto c’è di buono nella società (noi abbiamo elencato tante positività) si integri a un livello superiore e sia comunicabile da persona a persona e si riversi a tutta la società, migliorando la vita e la libertà. Per quanto discusso prima, oggi come ieri e forse più di ieri, anche per le molte problematiche ( vedi temi bioetici) che, per il continuo progresso medico-biologico, si pongono alla nostra attenzione, è per noi necessario che i cattolici unitariamente rientrino nell’agone politico. Ma per scendere in politica da cattolici, dobbiamo essere consapevoli che il nostro obiettivo strategico è l’anzidetta buona società e il rispetto assoluto della persona, intesa alla maniera di S. Tommaso, unitamente a una testimonianza coerente e sobria, con umiltà, spirito di servizio, competenza e insomma con una vita cristiana.

Ultimo aggiornamento Martedì 02 Febbraio 2010 10:38  

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