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Fusca all'Istituto Terrana di Ardore

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francesco fusca Momenti di gioia e di festa ad Ardore Marina, presso l'aula magna dell'Istituto Comprensivo "E. Terrana", grazie alla disponibilità del Dirigente scolastico Domenico Carteri e alla impeccabile organizzazione dell'attivissima e inossidabile Concettina Audino.
L'occasione è stata fornita dalla presentazione del libro "i versi della Pietà" di Francesco Fusca. L'autore, Isp. Tecnico e Dirigente Ministero IUR, è ormai un assiduo frequentatore della cittadina e della zona.Ha scritto numerose opere e conduce una vita intensissima come potrete constatare andando sul suo sito.
La direzione artistica della serata è stata affidata allo stesso Fusca e alla intramontabile Bruna Filippone, soveratese(nata a Bovalino), scrittrice poetessa e giornalista , componente del Comitato nazionale Pari opportunità del Ministero Pubblica istruzione.

Ha condotto la serata Concettina Audino, ospite d'onore il Vescovo Mons. Giuseppe Morosini, relatori Giuseppe Neri, scrittore-dirigente scolastico liceo classico Nicotera, Bruna Filippone e Pasquino Crupi scrittore e saggista.
Performance di musica e canto:il maestro Adolfo Zagara alla fisarmonica, scuola di danza di Renata Galfa, il suggestivo danzatore Domenico Rijillo e gli allievi dell'Accademia Musicale F. Chopin-Catanzaro, presieduta dal Soprano Elvira Mirabelli. Degli alunni dell'Istituto Terrana hanno recitato poesie scelte dell'opera "i versi della Pietà".
In sala troneggiavano, nella loro originalità, le opere in quarzo del maestro Gaetano Campione.
Ma come si è articolata la serata? Dopo il saluto del Dirigente Domenico Carteri, del sindaco di Ardore Giuseppe Campisi e dell'Assessore alla Pubblica Istruzione Domenico Ferrò, vi è stata la riflessione di sua Ecc. il Vescovo Mons. Morosini.

Per Morosini nel "i versi della Pietà" l'autore affronta il tema della morte, illuminato dalla spes cristiana della risurrezione.
E' significativa sulla copertina quella mano che carezza il volto di Cristo; essa pare essere la gratitudine dgli uomini a Gesù.
Piace per il sentimento che raccoglie ma anche per il coraggio del tema che qui sempre più si cerca di togliere dall'ambito di quella consapevolezza che l'uomo ha della propria vita.
L'autore affronta il tema in modo adeguato e per noi Cristiani solo a partire dalla fine si può apprezzare il bene presente.
Cristo nel dire "la morte arriva come un ladro" vuol dire che il pensiero della morte rende la vita più felice.
"Guardando alla fine apprezzerete di più la vita attuale, non rimandando a domani ciò che potete fare oggi" questo è il messaggio di Fusca, la mano che accarezza non è solo di compassione ma di gratitudine, perchè attraverso la morte di Cristo la morte dell'uomo acquista una caratteristica diversa: in essa vi è la Speranza della Risurrezione.
Per questo c'è nel libro di Fusca una dimensione di speranza che accomuna credenti e non.

Intermezzo con "Un amore così grande" del cantante Davide Zungrone ed è poi la volta di Giuseppe Neri.

Esordisce col dire d'avere letto con attenzione e curata l'edizione di Fusca "i versi della Pietà".
Purtroppo oggi la poesia ha perso il valore che aveva.
La cultura odierna del pluralismo ci ha portati alla civiltà del "benessere", dell'informatica e tolto dalle mani il libro della poesia.
La poesia però non può morire, essa è un dettato spirituale, un volare al di fuori della storia e del tempo.
Il poeta colto nel poetare si stacca dal bagaglio culturale.
Le liriche di Fusca tendono ad esprimere la sua intuizione e il suo amore verso il mondo religioso.
La rima è spontanea, ricorda spesso i bambini, gli amici, i parenti che non sono più.Espressione del suo cuore tenero.
I ritmi riecheggiano la nostra mediterraneità e la sua è una voce che resiste al tempo.
Ha un sentimento forte della vita, è un poeta colto e dignitoso nelle cui rime traspare tutto il proprio mondo e la mpropria scuola.
Egli da tono alla propria arte bambina e innocente.

A questo punto mentre il surreale Domenico Rijillo volteggia con le sue maschere nella sala, la colta e dolcissima Bruna Filippone, recita col cuore e con la sua finissima arte la posia di Fusca "ho chiesto Pietà" ed è un successo.
Quindi Luana Pisani, giovane cantante, esegue:"il mondo che vorrei",ed è la prima volta che si esibisce in pubblico.
Il dirigente consegna poi dei riconoscimenti: una targa alla direttice dell'Accademia F. Chopin Elvira Mirabelli e degli attestati ai due giovani cantanti.
E' la volta di Pasquino Crupi, il noto scrittore e saggista, vanto della nostra terra; a prima vista pare un burbero e ti incute un certo timore, poi capisci che è una persona molto originale, fuori dagli schemi, molto schietto e dotato di una vena umoristica molto sottile.

Ringrazia dell'invito e incomincia a parlare di "Anime nere" (non di Fusca), scritto dice "da uno dei più grandi narratori che abbiamo che è qui presente e si chiama Gioacchino Criaco, questo un romanzo insuperabile e rappresenta il romanzo internazionale della 'ndrangheta."
Qui si ferma con Criaco(e già , è la serata di fusca).
Afferma , come ha fatto Neri, che i poeti non sono più di moda, ha vinto la prosa.
Papa Giovanni II ci credeva e ha scritto poesie.Il rischio della poesia religiosa è la retorica.
Grande poeta religioso è stato il poverello d'Assisi.
Il tema della morte può portare a due estremi; dolore profondo o gioia. Ma deve avere la giusta misura come in Manzoni e poi in Rebora.
Gli scritti di Francesco d'Assisi sono Danteschi, nel senso che sono fatti prima di poesia e poi di prosa, recita versi per Beatrice e poi li commenta.
Anche Fusca prima i versi e poi la prosa.
Evita il rischio degli opposti estremismi che si produce quando si fa poesia in astratto, se la morte non la associamo a niente è poesia astratta.
Fusca forse è l'unico poeta in Italia della "morte concreta", del padre, della madre, del ragazzo di 15 anni, del pescatore.
Ciò gli da il senso della misura e della serenità francescana.
I teorici dicono che la morte è un mistero ma, ciò è vero, solo se guardiamo all'età, altrimenti è una necessità.
Quella di Fusca non è una "mors tua vita mea",e la morte non è vista come una necessità.
Egli raggiunge una serenità che non qualifica la grande parte della poesia religiosa.Quindi è un poeta autentico di cui abbiamo bisogno.
Purtroppo gli ultimi due grandi veri poeti che abbiamo avuto sono Lorenzo Calogero e Franco Costabile.
Ma dov'è la Calabria in Fusca? Sembrerebbe esser assente. E invece a ben guardare essa c'è, è la Calabria dove tutto è dominato dal senso della morte.
La poesia calabrese, con "i versi della Pietà" di Fusca, si riscatta. In essa non c'è la rima ma c'è la musica.
Anche sotto questo aspetto Fusca si stacca e fa eccezione.

Finito l'intervento Crupi s'intrecciano le danze della Scuola Galea di Bovalino.
Poi viene offerto dal prof. Giuliano Zucco a Fusca una tela del fratello Rocco, con un angelo, che è rappresentato a Roma,davanti a Castel S. Angelo.
Il maestro Gaetano Campione gli offre un'opera in quarzo.
Targa a Fusca del dirigente Carteri.

E' quindi intervenuto il protagonista della serata, Francesco Fusca che in modo molto cordiale ha ringraziato e ha detto che dopo tutto quello che ha sentito si sente più piccolo e colla necessità di studiare ancora.
Molto umilmente ha chiesto di essere anche interrotto se qualcuno avesse voluto intervenire.
Poetica pure la visione della serata come un cielo stellato con tanti puntini luminosi che assieme formano il firmamento.
Paradossalmente dice "Questa è una serata inattuale, forse non dovevamo farla... è in salita" ma la speranza non l'abbandona e si riprende subito "ma.. coraggio possiamo farcela".
Parla dei mali dell'umanità, di atomica, disastri, Dachau; che dopo aver visto ha capito che "tutti siamo colpevoli".
E via di questo passo, una riflessione profonda e amichevole quella di Fusca che, insieme con i suoi vers,i ha toccato la sensibilità di tutti. Son seguiti poi gli interventi e la serata s'è conclusa con i saluti e gli arrivederci ad altri bei momenti da passare insieme e potere ancora sognare.

Ultimo aggiornamento Giovedì 05 Dicembre 2019 22:46  

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